Maria Sklodowska Curie
Novembre per nascere in un giorno lontano nel 1867, a Varsavia. Vivere un destino a cui molto è negato, nascondere la propria intelligenza, studiare di nascosto, quasi rubando e crescere in mille fatiche, vedersi escludere dall'Università solo perché donna.
Nascere una seconda volta, ancora a Novembre, partire verso Parigi, per la Sorbonne diventare Marie, essere una delle due donne fra novemila studenti e specchiarsi incredula in mille medaglie d'oro.
Avere quattro grandi amori nella vita: amare un giovane polacco e ancora un altro e lasciarseli alle spalle come pelli di serpente. E poi tutto dividere con Pierre Curie, la vita e la scienza e, alla sua tragica morte, precipitare nella vertigo della solitudine, farne il suo scudo per tre lunghi anni.
Approdare a un quarto amore, il più grande, il più letale, affogare nel dolore, nella paura, nella vergogna di un amore proibito: Paul Lanvegin.
Pagare tutto, pagare troppo e disfarsi ogni giorno nella tragica luce della sua scoperta. Per questa vita, sfera di fuoco aggrovigliata, avere in cambio due premi Nobel e due legion d'onore.
Coltivare i suoi studi con le rose del giardino e salutare tutto in una sera di Primavera per andare a morire a Sancellemoz,
Leggete la sua vita, se potete, e ricordate nella vostra festa di Marzo i suoi occhi presaghi e la sua bellezza di donna,
abg